La rivoluzione dell’AI generativa sta riscrivendo le regole del gioco per chi si occupa di SEO B2B. Google, con le sue AI Overviews, insieme a strumenti come ChatGPT, Perplexity e Copilot Search, sta cambiando il modo in cui gli utenti – e soprattutto i buyer – scoprono contenuti online. Le classiche pagine di risultati con link blu in ordine gerarchico stanno lasciando spazio a risposte sintetizzate, generate in tempo reale. Ma cosa significa tutto questo per chi fa marketing B2B?
Significa che l’autorità di un brand non si costruisce più (solo) con l’ottimizzazione per i motori di ricerca tradizionali. Serve un approccio olistico, cross-canale e orientato alla fiducia. In questo articolo approfondiremo come strutturare i contenuti, quali canali presidiare e come sfruttare al meglio l’intelligenza artificiale per farsi trovare – e ricordare – nell’era della Ricerca AI.
L’era delle risposte AI: come cambia il comportamento dei buyer B2B
Secondo una ricerca di TrustRadius, il 72% dei buyer B2B incontra risultati generati da AI durante la fase di ricerca. Ma ecco il dato sorprendente: il 90% clicca comunque sulle fonti citate, per verificarne la validità. Questo conferma una verità fondamentale del B2B: fiducia e autorevolezza sono ancora centrali. Anche in un contesto dominato da AI, le persone vogliono sapere chi sta parlando e perché dovrebbero fidarsi.
Il problema? Le metriche SEO tradizionali, come CTR e posizionamento nei risultati organici, non bastano più. Google Search Console, ad esempio, non fornisce dati specifici su come (o se) i tuoi contenuti compaiono negli AI Overviews. Ecco perché i team marketing più avanzati stanno iniziando a monitorare indicatori alternativi, come:
Ottimizzare per l’AI: struttura batte clickbait
Gli LLM (Large Language Models) che alimentano le ricerche AI non leggono le pagine web come fa un utente umano. Estraggono dati, sintetizzano risposte e cercano contenuti:
Chiari e ben strutturati
Scritti in linguaggio naturale
Arricchiti da markup come Schema.org
Organizzati con blocchi FAQ o bullet point
Se fino a ieri l’obiettivo era “posizionarsi su Google”, oggi è “farsi citare dall’AI”. Per farlo, serve un contenuto profondo, utile, leggibile e autorevole. In particolare:
Smetti di puntare sul volume e inizia a puntare sulla precisione.
Rispondi in modo esauriente a domande specifiche.
Cura il tono conversazionale, come se stessi parlando con il tuo buyer ideale.
Come suggerisce l’articolo originale, “se nessuno si è preso la briga di scriverlo davvero, perché qualcuno dovrebbe perdere tempo a leggerlo?”
Non solo Google: i canali che influenzano la ricerca AI
Un errore comune? Pensare che gli LLM pescano informazioni solo dai siti web aziendali. In realtà, attingono da tutto il web pubblico: forum, social, video, articoli, menzioni nei media. In particolare:
Reddit e Quora: ideali per domande tecniche o specifiche
LinkedIn: perfetto per il thought leadership professionale
YouTube: amato per tutorial, how-to e contenuti esplicativi
💡 Consiglio pratico: Anziché cercare la visibilità a tutti i costi, concentrati sulla rilevanza. Monitora discussioni ad alta intenzione, rispondi con valore, partecipa come esperto. I contenuti creati su questi canali potrebbero essere quelli che l’AI usa per parlare… a nome tuo.
Gated content vs accesso libero: chi vince?
Uno dei dilemmi classici del marketing B2B è: “Quanta parte del mio contenuto devo bloccare dietro un form?”. Ora che le AI non possono accedere a contenuti chiusi, la risposta è semplice: meno gating, più accesso libero.
Attenzione: non significa regalare tutto. Ma significa comprendere che, per costruire autorità nel tempo, educare il buyer è più importante che raccogliere ogni lead a ogni costo. Offri contenuti ad alto valore aperti, poi accompagna l’utente in un percorso di conversione progressivo e più naturale.
SEO, PR e contenuti: un solo team, un solo obiettivo
In un mondo in cui l’AI sintetizza contenuti da più fonti, SEO, PR e content marketing non possono più lavorare separati. Serve una strategia integrata in cui ogni elemento alimenta la percezione (umana e algoritmica) del tuo brand. Alcuni consigli pratici:
Ottieni menzioni su pubblicazioni autorevoli
Partecipa a forum e community credibili
Crea contenuti per piattaforme terze affidabili
Queste azioni aumentano le probabilità che i tuoi contenuti vengano scelti – e citati – dalle AI. In parallelo, lavora su contenuti accessibili (non gated), che trasmettano esperienza, competenza e fiducia, seguendo le linee guida E-E-A-T di Google.
Umano + AI: il nuovo workflow del contenuto B2B
Strumenti come ChatGPT possono aiutarti a scrivere più velocemente, fare ricerca, creare outline. Ma la parte che conta – quella che costruisce autorevolezza – resta umana. Solo un esperto può offrire un punto di vista unico, una vera opinione, un’analisi con personalità.
Usa l’AI per accelerare. Ma scrivi con l’obiettivo di rispondere a una domanda che nessun altro ha ancora affrontato bene. Solo così l’AI ti citerà. Solo così il buyer si fiderà.
Conclusione: è ora di istruire l’AI sul tuo brand
L’AI non è il futuro. È il presente. E sta già influenzando come i buyer B2B trovano, valutano e selezionano i fornitori. Se non stai presidiando attivamente i punti in cui l’AI pesca i suoi contenuti, stai lasciando ad altri il potere di raccontare la tua storia.
Rivedi oggi stesso la tua strategia SEO con questa nuova prospettiva:
Non ottimizzare solo per il ranking: ottimizza per la citazione.
Non limitarti al tuo sito: presidia tutti i canali affidabili.
Non affidarti solo ai lead form: diventa una fonte utile e aperta.
Chi costruisce autorità oggi sarà la fonte delle risposte AI di domani.
Hai bisogno di una strategia concreta per posizionarti meglio nell’era della ricerca AI? Scrivimi e prepariamo insieme un piano d’azione personalizzato.